Giovedì Santo 2017 - Parrocchia Sturno

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Giovedì Santo 2017

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Rullii di tamburo e squilli di tromba nella notte tra Giovedì e Venerdì Santo.
(di Pietro Todisco)

Una luna da emozioni forti è incastonata nel cielo blu elettrico, ci sono soltanto 4°C. sulla piazza intitolata a don Giuseppe Abbondandolo e sono le 23,47, tanta bella gente è concentrata in un chiacchiericcio composto e appena accennato… all’interno di San Domenico ci sono ancora dei fedeli raccolti davanti al Santo Sepolcro. Rezziero, quest’anno insolitamente barbuto ma, come molti dei presenti, intabarrato con sciarpa e cappello, invita tutti a raccogliersi silenziosamente, ormai non vola più una mosca.  - E’ la prima Pasqua senza Aurelio  Cangero, il nostro compianto Sindaco, questa processione notturna per le vie del paese è dedicata a lui ma anche a Valentina Gallo, la giovane studentessa del Progetto Erasmus, originaria di Vallata, qui vicino a noi, che ha perso la sua giovane vita in un incidente sulle strade dell’Andalusia, senza dimenticare tutte le vittime del terrorismo in Belgio!Un robusto rullio di tamburo, un lungo lacerante squillo di tromba, poi tutti in coro:Aozateve tutti quanta/pé visità lo Sabburco Santo/ cò ‘na bella divozione/e accompagnà la pruggissione! (Buttatevi tutti quanti giù dal letto/per visitare il Santo Sepolcro/ e con fervida devozione/accompagnatevi alla processione)!Al tamburo c’è Peppino, figlio e, ancor più, nipote d’arte, alla tromba c’è l’immancabile Pasqualino, figlio d’arte anche lui: spesso mi chiedo se ci sia qualcosa, un lavoro o un mestiere che questo giovanotto non sappia svolgere o si rifiuti di svolgere. Giungendo per la prima volta davanti a San Michele, siamo già caldi ed abbiamo già esaurito tutte le strofe del ritornello che, stampato in più copie, ci è stato messo a disposizione. Quando giungiamo alle soglie del paese, davanti a Peppo ré Zepone, abbiamo il fiatone ma ci diamo dentro lo stesso e con buona lena: … La Maronna ha perso la voce/sotto il legno della croce… Noi, per fortuna, di voce ne abbiamo ancora un po’! Intanto ho l’impressione che man mano che andiamo avanti cresciamo di numero, molti giovani, tantissimi  giovani, pochi sono gli “over” quaranta, uno o forse due gli “over” sessanta! Mentre saliamo la Costa, il  ritmo non è affatto elevato ma comunque Rezziero ci invita a rallentare. Le gambe si sono sciolte al contrario de: …le campane (che) sò attaccate e non zì puonno ‘cchiù sonà!Quando ci fermiamo davanti alla RSA, veniamo investiti da un freddo umido, “l’autima” che viene giù a precipizio, lungo il vallone da Fontanatetta, non risparmia i nottambuli… BRRRR!!!Il gruppo si ingrossa sempre di più, agli incroci delle strade, contrariamente a quello che si possa pensare, non ci sono fedeli che hanno “preso la scorciatoia” ma si aggrega sempre più gente nuova e, vista l’ora, anche sempre più giovane. Quando in San Domenico, Rocco imbraccia la croce e riprendiamo la strada per San Michele, mi duole un po’ la schiena, età a parte è dalle ore21 che non mi siedo, e fino alle 23,15 ho fatto - come tanti - su e giù da una chiesa all’altra… “pé rè sabborche”. Tutto fila liscio fino al Calvario e parte del ritorno, ma giunti verso San Michele ci imbattiamo in qualche schiamazzo di troppo, perfino in uno o due fischi, lì davanti al bar: i peli “sale e pepe” della barba di Rezziero si rizzano ma solo per un momento: Ma guarda! Era andato tutto così meravigliosamente bene! Facciamo finta di nulla, abbiamo con noi la croce di Nostro Signore, simbolo di amore e  di pace!Riprendiamo a cantare: Sono stato io, l’ingrato! Gesù mio… perdono e pietà!Buone feste fatte!
                  Pietro Todisco –

pietrofranco50@gmail.com

 
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