Pellegrinaggio 4° Viterbo--Vetralla - Parrocchia Sturno

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Pellegrinaggio 4° Viterbo--Vetralla

Pellegrinaggi

Pellegrinaggio per il Giubileo della Misericordia
ACQUAPENDENTE - ROMA
Testimonianza del pellegrinaggio compiuto alle tombe di Pietro

Quarto giorno: Viterbo-Vetralla
Gli zaini sono già pronti dalla sera precedente per cui non impieghiamo molto a sistemare le ultime cose e lasciare i Cappuccini che ci avevano ospitato per la notte. Siamo stati bene e siamo riposati. Purtroppo il tempo minaccia pioggia, ma va bene lo stesso!Il ristorantino/bar “Perché no?” è già aperto e la gentilissima ragazza che vi lavora ci accoglie con un dolce sorriso: è una grande lavoratrice e tiene in ordine e pulito il locale, rendendolo molto accogliente.Come ormai consuetudine, ci accomodiamo ai tavolini per fare colazione. Caldi e gustosi cornetti, ma non solo, sono esposti in bellavista davanti ai nostri occhi ormai svegli. Ne ordiniamo uno a testa con anche un cappuccino “bollente”…. Ci intratteniamo ancora un po’ nel locale anche perché, come preannunciato, ha iniziato a piovere! Per fortuna siamo attrezzati con mantelle impermeabili che riescono a coprire la testa ed il corpo ma anche lo zaino, evitando così che si possa bagnare assieme a tutto il contenuto.Camminiamo per le vie della bella cittadina etrusca ancora un po’ assonnata fino a raggiungere la porta che ci conduce fuori dal centro storico… Lungo il cammino attraversiamo un parco comunale con una strana scultura che attira la nostra attenzione…. “Il Risveglio” questo il titolo dell’opera. L'ho trovata interessante ed originale ed anche un po’ inquietante…. si tratta di una scultura moderna molto particolare. Si vedono emergere dal suolo arti giganti che sembrano annaspare come il volto della statua. Scoprirò in seguito che si tratta di un’opera in precedenza collocata al quartiere EUR di Roma e poi trasferita definitivamente a Viterbo, Pietro ci dice che una scultura praticamente uguale l’ha già vista nel 2003, durante un viaggio negli Stati Uniti d’America, all’ East Potomac Park di Washington.Purtroppo la pioggia non ci consente di soffermarci ancora un po’ per ammirarla meglio ….Il cammino prosegue senza sosta nella speranza che la pioggia ci dia un po’ di tregua. Ogni tanto controlliamo che lo zaino sia ben riparato dall’acqua scrosciante. Il paesaggio in alcuni punti è davvero suggestivo nonostante la pioggia e la scarsa luminosità.Percorriamo la strada Signorino, che prende il nome dal nobile Signorino Signorini che un tempo possedeva queste terre. Si tratta delle cosiddette “vie cave” realizzate dagli Etruschi come percorsi sacri o per collegare le varie città: chi le attraversa è subito avvolto da una sensazione intensa e particolare, infatti, in alcuni tratti  le alte pareti si restringono talmente e tanto che la fitta vegetazione riesce a malapena a far passare la luce e i raggi del sole… Oggi, per intanto, di sole nemmeno a parlarne!Arriviamo al bivio con la strada di San Valentino e Sant'Ilario e dopo poco ci troviamo davanti alla vecchia edicola dedicata appunto ai due santi.L’impressione è che il posto sia piuttosto degradato e mal tenuto… è un vero peccato.Dopo una breve sosta e una preghiera ci rimettiamo in cammino, troviamo a fatica la sagoma gialla del Pellegrino dipinta su una pietra che sta ad indicare la giusta direzione, quindi seguiamo il percorso, la strada asfaltata finisce ed inizia un sentiero  tra l’erba alta e bagnata ai margini dei campi. Si vede poco, le troppe canne e una variegata vegetazione svettano intorno a noi, purtroppo a  nessuno è mai venuto in mente di tagliarle o di fare pulizia. Ci accorgiamo della presenza di una originale Via Crucis, molto suggestiva ma è così triste intravedere appena le varie stazioni tra l'erba alta. Poco distante una tomba etrusca è soffocata anch’essa dalle erbacce e, pertanto, assolutamente mal tenuta.Il cammino prosegue con molta fatica attraverso un sentiero che a mala pena si intravede. L’erba è più alta di noi, inoltre essendo bagnata ci infradicia completamente, dalla testa ai piedi, nonostante la protezione della mantellina cerata.Il percorso prosegue a fatica  ed in salita. Attraversiamo degli uliveti appena  potati. I resti della potatura sono ancori lì ammassati sotto le piante argentee. Alcuni cumuli di ramaglie sono stati bruciati e l’odore di sterpaglia bruciata e bagnata  è alquanto sgradevole .Oggi non è proprio bella questa tappa e la fatica incomincia a farsi sentire già dalle prime ore del mattino, inoltre il tempo non accenna a migliorare, non fa freddo ma il caldo umido fa sudare sotto la mantellina.Proseguiamo ancora per un bel tratto fino a quando finalmente incomincia ad intravedersi qualche abitazione…. sono quasi le 13.00 ed anche la fame inizia a farsi sentire.Finalmente raggiungiamo il paese ovvero la periferia di Vetralla. Pietro è del parere di trovare una pizzeria nei dintorni, per poterci comodamente sedere e riposare visto che non abbiamo avuto occasione di farlo spesso lungo il percorso. Data l’ora sembra comunque difficile trovare una pizzeria aperta e con il forno già acceso.Sabina è distrutta e non è molto disposta a proseguire ancora, Giancarlo la asseconda…..io, intanto, non so che fare!!! Una piccola salumeria attira la nostra attenzione, soprattutto il cartellone apposto lì davanti che propone “porchetta”…..Optiamo per questa soluzione malgrado Pietro non fosse tanto d’accordo.Il negozietto per la verità sembra un po’ sfornito e non troviamo molta collaborazione da parte del personale, forse perché è  tardi e non vedono l’ora di andare in pausa….Una giovane donna corpulenta sta ordinando un “panino”, dapprima opta per qualcosa di leggero e poi aggiungendo che quel giorno ha voglia di qualcosa di più sostanzioso, quindi sceglie un panino con non so quanti ingredienti, indisponendo ancora di più il personale di servizio.Ordiniamo il panino con la porchetta e delle birre. Giancarlo, però, all’ultimo momento sembra aver cambiato idea e decide di andare al supermercato intravisto poco prima, lì nei pressi. Io e Sabina, frattanto e con il panino tra le mani, sediamo alla vicina panchina…. Pietro un po’ più distante…..sembra sia ancora contrariato per questo panino, imbottito di porchetta neppure riscaldata, consumato sull’angolo della strada e, poi… anche la stanchezza ci mette il suo!Poco dopo giunge Giancarlo con una focaccia e della mortadella e noi, senza pudore, divoriamo pure quella!Dopo un po’ ci incamminiamo verso la  meta della giornata ovvero  il convento Regina Pacis …. Guidati da Google Maps, ci era sembrato di essere ormai arrivati e questa prospettiva ci aveva tirato un po’ su il morale. Invece raggiunto il centro del paese scopriamo che del convento non vi è nessuna traccia.Una signora anziana ,incuriosita nel vederci vagare a destra e a manca, ci chiede cosa stessimo cercando e dopo averle detto quale era la nostra destinazione ci prende lo sgomento. La signora, infatti, ci spiega che la nostra meta si trova molto lontano da lì, praticamente bisognerà ritornare sulla Cassia e proseguire verso Roma, fatti un paio di chilometri, all’altezza del nuovo centro commerciale avremmo dovuto svoltare a sinistra su per la collina: a due chilometri e mezzo da quel punto avremmo trovato il convento delle suore.Oramai siamo quì e non possiamo fare altro che tornare indietro per riprendere il cammino verso la destinazione finale, lassù al colmo della collina.Ovviamente la strada non poteva che essere in “salita”, ora Sabina è davvero esausta e lo siamo anche noi tutti. Sembra davvero una giornata storta e che non si arrivi mai più alla meta.Attraversiamo una zona abitata, si vedono più che altro uffici, qualche negozio che vende detersivi, qualche bar e anche qualche pizzeria. Quello che ci fa disperare è che non sappiamo ancora quanta strada ci rimane da fare per quel giorno, il convento, infatti, è completamente nascosto alla nostra vista.Imbocchiamo una strada, manco a dirlo “tutta in salita” ma non ci sono insegne che indichino che quella sia per davvero la strada giusta. Non vi è neppure un cane a cui chiedere informazioni, non ci resta che affidarci alla Provvidenza. Pietro è davanti di qualche centinaio di metri e forse, anzi sicuramente, non vede l’ora di arrivare, Giancarlo lo segue a ruota, Sabina ed io siamo in coda. Ogni tanto cerco di “tirare su” Sabina che mi appare alquanto avvilita e spera, anzi prega, che “le suore dove dobbiamo andare siano per davvero le nostre, quelle che noi cerchiamo”…. aggiunge anche che, se non si dovesse trattare delle “nostre suore,” lei comunque si sarebbe distesa per terra e non si sarebbe più mossa da lì. - “un posto per dormire me lo dovranno dare lo stesso!!!” – minaccia la poveretta ormai disperata. Passa ancora del tempo prima di raggiungere finalmente il tanto atteso convento. Non ci sembra vero!Una voce dolce ci risponde al citofono… dopo qualche minuto ci viene aperto il cancello e davanti ai nostri occhi si apre tutto un altro mondo!Una vera oasi di pace e tranquillità immersa nel verde, un posto assolutamente da ricordare per chi vuole ritemprare la mente e lo spirito.Ci viene incontro una   suora di colore, appena la vedo mi viene in mente la “Mamy” di Via col vento, ci accoglie con un sorriso e con tono gentile.Ci mostra le camere e noi non crediamo ai nostri occhi: sono delle camere accoglienti, fresche, con un letto appena fatto e soprattutto, con il bagno personale, siamo molto contenti della sistemazione. Pietro chiede speranzoso alla suora se nei dintorni ci sia un posto dove andare a cenare, ahimè, la risposta negativa già si poteva immaginare ma, per fortuna, la suora subito aggiunge che volendo avremmo potuto  fermarci a cena da loro, la nostra felicità è davvero tanta! Così stanchi, piuttosto che rimetterci in cammino, saremmo andati a letto digiuni!Dopo qualche minuto la suora arriva con asciugamani freschi di bucato per la doccia.Come prima cosa e come ormai consuetudine si pensa al bucato …. poi una bella doccia e infine un riposino prima della agognata cena, prevista per le 19,30.Nell’attesa dell’ora di cena, con Pietro riusciamo a fare anche un piccolo giretto nei dintorni. E’ un posto veramente incantevole. Sul retro del convento ci sono un ampio terreno coltivato ad orto, alberi da frutta di ogni genere ed anche animali da cortile. Pietro è convinto che per cena ci sarà - che so - del pollo  o del coniglio di “produzione” delle suore ma io, non so perché, nutro qualche perplessità.Nella sala predisposta per la cena troviamo altri ospiti anch’essi “pellegrini”, sono due coppie del Nord Italia. Una di queste sta facendo il cammino in bici, l’altra a piedi come noi…. solo che loro sono partiti da molto più lontano di noi.In poco tempo facciamo amicizia, anche loro sono desiderosi di scambiare qualche chiacchiera e conoscere qualcosa in più di noi. Come spesso succede di incontrare su questi tipi di percorsi, i nostri nuovi amici sono persone veramente a modo e non è difficile familiarizzare con loro e cominciare a parlare di ogni cosa venga in mente, famiglia, figli, nipoti, hobby, esperienze di altri viaggi.Arriva la suora con il carrello della cena…. C’è davvero di tutto, cibi semplici ma ben cucinati e serviti in abbondanza ma di pollo o coniglio neppure l’ombra. La cena viene apprezzata da tutti e si conclude con un caffè, poi ancora quattro chiacchiere in allegra compagnia.La stanchezza ormai incombe e prende il sopravvento, ci salutiamo con gli altri ospiti come se ci conoscessimo da una vita, ci diamo tutti appuntamento per la prima colazione del giorno dopo.Siamo tutti felici, è stata una bella maniera per concludere una giornata molto pesante.Si va tutti a letto, finalmente! Domani è un altro giorno, l’antica e splendida Sutri ci aspetta…
Antonio

1° giorno Acquapendente-Bolsena
2° giorno Bolsena-Montefiascone
3° giorno Montefiascone-Viterbo

 
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